Di solito i compleanni non mi piacciono

Di solito i compleanni non mi piacciono. Parenti insopportabili ti stringono la guancia, ti tirano le orecchie o, peggio ancora, fanno battute sulla tua vecchiaia ormai imminente. Eppure quest’anno è cambiato qualcosa…

Erano nove mesi che io e Alberto stavamo assieme e si era lasciato sfuggire che mi aveva preso un regalo, nonostante sapesse che non avrei festeggiato poiché dovevamo andare ad un’altra festa di compleanno.

Il fatidico giorno arrivò e alle 8 avrei dovuto essere pronta per la festa di quella sera ma erano le 5 quando, mentre studiavo, mi addormentai con la testa sui libri. Mi svegliò un messaggio di Alberto: “Sto arrivando, ho fatto presto”

Panico totale: erano le 7 e mezza, lui era già in macchina e io dovevo ancora iniziare a preparami. Scattai in piedi abbandonando i libri in disordine sulla scrivania e mi precipitai nella doccia. Dopo un quarto d’ora ero fuori e iniziai a pettinare i miei ricci ribelli. Avevo appena finito di asciugarmi i capelli quando il citofono suonò; aprii il cancello esterno, lasciai la porta aperta e, ancora in accappatoio, corsi in bagno per truccarmi.

Convinto ci fosse qualcun altro in casa oltre a me, sentì Alberto dire “Permesso” mentre chiudeva la porta.

“Sono in bagno!” risposi urlando senza interrompere quello che stavo facendo. Sentii i suoi passi sicuri attraversare il corridoio, il mio cuore già che scalpitava alla sola idea di vederlo. Arrivato davanti la porta del bagno si fermò, sorpreso nel vedermi in accappatoio, e cominciò ad osservarmi mentre io continuavo a passarmi il mascara sulle ciglia con aria concentrata. Poi avanzò piano, si posizionò dietro di me e, senza dire nulla, portò una mano sulla mia coscia. Deglutii. Iniziò a farla salire lenta, sfiorandomi appena la pelle ancora umida e sollevandomi l’accappatoio, fino ad arrivare alla natica sinistra che prima colpì forte facendomi sobbalzare e poi strinse con foga.

“Albe devo finire di truccarmi, sono in ritardo” dissi cercando di sembrare indifferente alle sue mani su di me. “Tranquilla truccati, faccio tutto io” mi sussurrò all’orecchio, e detto questo mi baciò il collo mentre una sua mano raggiungeva il seno destro. L’altra mano giocò ancora un po’ con l’interno coscia e poi raggiunse l’altro seno. Mi strinse entrambi i capezzoli mentre mi baciava la schiena rimasta scoperta per metà. Cercai invano di non ansimare. Poi mi tirò di nuovo indietro prendendomi per i capelli e inizio a baciarmi la clavicola e la spalla Sentivo la sua erezione spingere contro il mio sedere mentre lui, probabilmente più eccitato di me, emetteva dei grugniti di piacere.

Iniziavo a sentirmi bagnata tra le cosce e la sensazione si fece ancora più intensa quando, presami per il collo, mi fece piegare sul lavandino, mi alzò l’accappatoio e mi sussurrò all’orecchio “Hai finito di truccarti?”. Con fatica e voce flebile risposi “Mi manca ancora un po”.

“Non preoccuparti, ti aiuto io” e dalla tasca tirò fuori un lipstick vibe già senza tappo. Lo appoggiò appena sul mio clitoride e si fermò. Ormai vogliosa, stavo per dirgli di iniziare, che quella che stava facendo (o meglio, non stava facendo) era una tortura ma poi lui si piegò su di me con estrema lentezza, mi succhiò con dolcezza un lobo e ci giocò ancora un po’ prima di bisbigliarmi “Buon compleanno”.

Lipstick Vibe

Un rossetto? Molto di più. Confondilo tra i trucchi nella tua pochette, nessuno si accorgerà dei suoi poteri! Vibra nei punti giusti e con discrezione. Shhh, anzi, ohhh!

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Non ebbi il tempo di sorridere che subito azionò il vibratore al massimo della velocità facendo sì che il mio tentativo di dire grazie si trasformò in un lamento di piacere che cercai di smorzare mordendomi il labbro inferiore mentre il mio viso e le mie cosce si contorcevano. Mi aggrappai forte al lavandino sul quale ero ancora appoggiata.

Lui iniziò a muovere il vibratore sulla mia vulva, sempre più veloce, e poi mi sculacciò dopo avermi provocato dicendo in modo perverso “Non ti sento”. Esplosi. Lasciai che ogni sensazione che provavo uscisse fuori. Lui sorrise e poi iniziò a leccarmi con foga l’orecchio senza smettere di giocare con il mio clitoride. Continuammo così ancora un po’ finché, tra le sue mani su di me, sudore, spasmi, lamenti e vibrazioni, mi accasciai sul pavimento del mio bagno.

A quella festa non ci siamo più andati.

2019-10-04 MySecretCasehttps://www.mysecretcase.com/static/frontend/MSC/mysecretcase/it_IT/images/mysecretcase-shop-online-piacere-donne.svg https://blog.mysecretcase.com/wp-content/uploads/2019/06/di-solito-i-compleanni-evidenza.jpg